Cosa sono gli Accordi di Basilea?
Gli Accordi di Basilea, istituiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS), comprendono tre accordi sequenziali sulla regolamentazione bancaria (Basilea I, II e III). Questi accordi forniscono raccomandazioni su rischio di capitale, rischio di mercato e rischio operativo, garantendo riserve di capitale sufficienti nelle istituzioni finanziarie per assorbire perdite impreviste.
Fondamenti
Gli Accordi di Basilea comprendono un trio di incontri globali per la regolamentazione bancaria, definendo requisiti patrimoniali e valutazioni del rischio per le banche internazionali. Questi accordi mirano a garantire che le istituzioni finanziarie dispongano di riserve di capitale adeguate per adempiere agli obblighi e far fronte a perdite impreviste. L'ultimo di questi, Basilea III, è stato ratificato nel novembre 2010 e impone alle banche di mantenere una quantità minima di capitale ordinario e un rapporto minimo di liquidità.
Accordi di Basilea: uno sguardo completo
Gli Accordi di Basilea, che risalgono agli anni '80, sono nati grazie alla cooperazione del BCBS, un forum per la vigilanza bancaria tra paesi membri dal 1974. Inizialmente il loro obiettivo era migliorare la stabilità finanziaria globale tramite pratiche di supervisione più efficaci. Successivamente, l'attenzione si è spostata sull'adeguatezza patrimoniale delle banche e sul monitoraggio del sistema bancario. Basilea I fu avviato dai governatori delle banche centrali del G10, con l'intento di stabilire nuove strutture finanziarie internazionali dopo il collasso del sistema di Bretton Woods.
Il nome "Accordi di Basilea" deriva dal fatto che il BCBS ha sede a Basilea, in Svizzera, negli uffici della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). I membri includono paesi di primo piano come Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e altri, che si uniscono per vigilare sulla stabilità finanziaria e rafforzare la supervisione bancaria a livello mondiale.
Basilea I: uno sguardo indietro
Nel 1988 il primo Accordo di Basilea, Basilea I, si concentrò sull'adeguatezza patrimoniale delle istituzioni finanziarie. Raggruppò le attività in categorie di rischio (0%, 10%, 20%, 50% e 100%) per misurare il rischio legato all'adeguatezza patrimoniale—l'impatto potenziale di perdite impreviste sulle istituzioni.
Secondo Basilea I, le banche internazionali devono mantenere un capitale (Tier 1 e Tier 2) equivalente ad almeno l'8% delle loro attività ponderate per il rischio, assicurando che dispongano di capitale sufficiente per rispettare gli impegni.
Ad esempio, una banca con 100 milioni di dollari di attività ponderate per il rischio deve detenere almeno 8 milioni di dollari di capitale. Il capitale di Tier 1, la fonte di finanziamento più liquida, e il capitale di Tier 2, comprendente strumenti ibridi e accantonamenti, integrano questo requisito.
Basilea II: un quadro aggiornato
Basilea II, noto anche come Quadro Patrimoniale Rivisto, ha perfezionato l'accordo originale affrontando tre aree chiave: requisiti minimi di capitale, revisione prudenziale dell'adeguatezza patrimoniale e disciplina di mercato tramite la divulgazione. Queste tre aree sono collettivamente definite i tre pilastri.
Il nuovo accordo introdusse una suddivisione del capitale regolamentare ammissibile in tre livelli. Ogni livello ha una specifica percentuale minima del capitale regolamentare totale e contribuisce al calcolo degli indici patrimoniali regolamentari.
Il capitale di Tier 3, considerato capitale terziario, serviva a supportare il rischio di mercato, il rischio sulle materie prime e il rischio di cambio derivante dalle attività di trading. Includeva una gamma più ampia di debito rispetto ai livelli 1 e 2, ma di qualità inferiore. Successivamente, nel quadro di Basilea III, il capitale di Tier 3 è stato eliminato.
Basilea III: rafforzare la resilienza finanziaria
A seguito del collasso di Lehman Brothers nel 2008 e della successiva crisi finanziaria, il BCBS intervenne per aggiornare e migliorare gli Accordi. Tra i fattori identificati che contribuirono al crollo figuravano una governance carente, strutture di incentivazione rischiose e leva finanziaria eccessiva nel settore bancario. Nel novembre 2010 Basilea III emerse come il pacchetto completo di riforme su capitale e liquidità.
Basilea III si basa sui tre pilastri degli accordi precedenti e introduce nuovi requisiti e tutele. Tra questi, impone una quantità minima di capitale ordinario e un rapporto di liquidità per le banche. Basilea III affronta anche le "banche di importanza sistemica", quelle ritenute "too big to fail", ed elimina le considerazioni sul capitale di Tier 3.
Le riforme sono state consolidate nel Basel Framework, che comprende tutti gli standard attuali e futuri del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Il Tier 1 di Basilea III è stato implementato, con la partecipazione di tutti tranne uno dei 27 paesi membri del Comitato nell'esercizio di monitoraggio del giugno 2021. Il quadro finale di Basilea III include disposizioni di fase-in per l'output floor, che raggiungerà gradualmente il 72,5% a partire da gennaio 2028. Le misure a partire dal 2023 sono state indicate come Basilea 3.1 o Basilea IV.
Conclusione
Gli Accordi di Basilea, costituiti da Basilea I, II e III, si concentrano su requisiti patrimoniali e di rischio per le istituzioni finanziarie affinché possano assorbire perdite inattese. Basilea I, avviato nel 1988, impose alle banche di detenere capitale pari all'8% delle attività ponderate per il rischio. Basilea II introdusse i tre pilastri, affrontando capitale minimo, revisione prudenziale e disciplina di mercato tramite la divulgazione. Basilea III, ratificato nel 2010, ha rafforzato la resilienza finanziaria imponendo una quantità minima di capitale ordinario e un rapporto di liquidità per le banche. Gli accordi hanno influenzato significativamente la normativa bancaria globale, promuovendo stabilità e responsabilità.