Il McFadden Act del 1927 e il suo impatto sull'attività bancaria interstatale
Il McFadden Act del 1927 consentì agli stati di governare le filiali bancarie entro i propri confini e vietò l'attività bancaria interstatale. Il Riegle-Neal Act del 1994 abolì questa restrizione, permettendo alle banche nazionali di aprire filiali oltre i confini statali.
Nozioni di base
Con il McFadden Act del 1927 gli stati ottennero il potere di regolamentare le filiali bancarie all'interno dei propri confini, incluse quelle delle banche nazionali. Il suo obiettivo principale era permettere alle banche nazionali di competere con le banche statali aprendo filiali entro i limiti statali. L'atto estese inoltre indefinitamente le concessioni delle 12 banche della Federal Reserve e ampliò i servizi che le banche membri della Federal Reserve potevano offrire ai loro clienti.
Il McFadden Act del 1927 e il suo impatto sul sistema bancario
Nel 1927 il presidente Calvin Coolidge firmò il McFadden Act. Mirava a rafforzare l'economia statunitense durante i prosperi anni Venti. Prima della creazione della Federal Reserve nel 1914, il paese affrontava instabilità finanziaria con frequenti panici e fallimenti bancari. Il McFadden Act affrontò questioni chiave relative alla Federal Reserve e al sistema bancario per sostenere la crescita economica.
Durata della concessione della Federal Reserve
Il McFadden Act affrontò la questione della durata della concessione della Federal Reserve. Inizialmente prevista per scadere nel 1934, l'Atto rinnovò le concessioni delle banche della Federal Reserve a tempo indeterminato per evitare una possibile dissoluzione. Questa mossa fu presa per prevenire una situazione simile alla mancata rinnovazione delle concessioni di banche precedenti da parte del Congresso in passato.
Questioni bancarie
Il McFadden Act affrontò due principali questioni bancarie: il branch banking e l'attività bancaria interstatale. Consentì alle banche nazionali di gestire più filiali entro i limiti di uno stato in base alle normative statali. Tuttavia vietò rigorosamente l'attività bancaria interstatale, impedendo alle banche di operare attraverso i confini statali.
Regolamentazione bancaria
Prima del McFadden Act, le banche membri della Federal Reserve erano soggette a regolamentazioni più severe rispetto alle banche non membri. Dovevano mantenere riserve maggiori e erano limitate nell'offerta di alcuni prestiti rischiosi ai clienti. Il McFadden Act attenuò queste regolamentazioni, permettendo alle banche membri di competere più efficacemente con le banche commerciali non membri.
I problemi del McFadden Act
Il McFadden Act mirava a rendere più equo il campo di gioco tra le banche membri della Federal Reserve e quelle non membri. Tuttavia, le sue normative più morbide contribuirono al crollo del 1929 e ai successivi fallimenti bancari durante la Grande Depressione.
Il divieto di attività bancaria interstatale previsto dall'Atto ricevette critiche da legislatori e autorità bancarie. Sostenevano che lasciava le banche regionali vulnerabili a cali economici locali, senza un portafoglio di prestiti diversificato per resistere a tali eventi. L'abrogazione di questo divieto con il Riegle-Neal Act del 1994 permise a banche ben capitalizzate di aprire filiali a servizi limitati oltre i confini statali tramite fusioni con altre banche. Questo portò all'emergere di banche nazionali negli Stati Uniti.
Conclusione
Il McFadden Act del 1927 permise agli stati di regolamentare le filiali bancarie entro i propri confini e vietò l'attività bancaria interstatale. Sebbene mirasse a livellare il campo di gioco tra le banche membri della Federal Reserve e quelle non membri, le sue normative più permissive contribuirono al crollo del 1929 e ai successivi fallimenti bancari durante la Grande Depressione. Il Riegle-Neal Act del 1994 abrogò questa restrizione, permettendo l'emergere di banche nazionali negli Stati Uniti.